Ecosistemi in streaming: il primo collegamento con l'Italia dalla nave Falkor è con l'Istituto Betti di Fermo
L’Australia ha chiamato e l’Istituto Betti ha risposto: nella mattina di lunedì 3 febbraio circa 100 ragazzi delle classi seconde della scuola secondaria hanno avuto la possibilità di collegarsi in diretta con il team di ricercatori a bordo della nave Falkor dello Schmidt Ocean Institute, in navigazione in prossimità delle coste sudoccidentali australiane.
Il collegamento è stato preceduto da una breve ma significativa lezione tenuta dalla Dottoressa Lucilla Capotondi del CNR-ISMAR di Bologna, dal titolo “Dai coralli profondi importanti informazioni per comprendere i cambiamenti climatici attuali”. L’esperta, con accattivanti slide animate, ha iniziato a spiegare ai ragazzi il ruolo chiave degli oceani nella regolazione della variabilità climatica. Ha poi presentato gli obiettivi della missione: mappare il fondale oceanico con i suoi canyon, documentare gli ecosistemi profondi, campionare organismi come i coralli per comprendere il clima del passato.
In seguito l’equipaggio internazionale della Falkor, che vede tra i suoi componenti alcuni ricercatori del CNR di Bologna (Marco Taviani, Federica Foglini e Alessandro Remia dell’Istituto di Scienze Marine e Paolo Montagna dell’Istituto di Scienze Polari, che svolge il ruolo di Co-capomissione), ha avviato il collegamento “ship to shore”, una video-call in diretta a cui hanno potuto assistere virtualmente anche gli alunni dei plessi della scuola primaria e di altre scuole del territorio, invitati dall’Istituto capofila Betti.
Sono stati proiettati alcuni video girati con il ROV, un robot sottomarino in grado di scendere a una profondità di 4000 metri, per mostrare le meraviglie del fondale e gli esseri viventi che lo popolano. Poi una telecamera di bordo ha consentito l’esplorazione della nave, dei suoi laboratori, della cabina di comando. Infine una sessione di questions&answers in italiano e in inglese, al Comandante della nave sugli aspetti tecnici e logistici e ai ricercatori sul loro lavoro e sulla loro passione, che li guida nella ricerca quotidiana di informazioni che potrebbero servire a garantire per tutti un futuro migliore sul nostro pianeta.
Ora la parola passa ai ragazzi, che dovranno diventare divulgatori di quanto appreso per il progetto “Il Linguaggio della Ricerca”, promosso dall’Area della Ricerca CNR e INAF di Bologna, realizzando dei prodotti che verranno poi presentati al prossimo convegno annuale. L’Istituto Betti, membro della Rete delle scuole Green, conferma così la sua attenzione verso le tematiche di sostenibilità ambientale, che saranno approfondite nel prossimo quadrimestre con il progetto interdisciplinare Green Lab.